Dal Monastero della Misericordia alla Valle della Nava

Nonostante le condizioni del tempo un po’ incerte del tempo Domenica 21 aprile si è svolta la manifestazione programmata in collaborazione con il CAI di Missaglia.

Dal monastero…

Dapprima, un’interessantissima visita del Monastero (anzi Convento) di Santa Maria della Misericordia ben guidata da Silvano Valentini, uno dei fondatori dell’Associazione Amici del Monastero.

Con dovizia di particolari abbiamo avuto modo di apprezzare il chiostro, la Chiesa (peraltro utilizzata ultimamente anche per piccoli spettacoli), il refettorio e tutto il resto del complesso.

Successivamente e nonostante un po’ di pioggia un bel gruppetto si è diretto nella Valle della Nava.
Hanno abbandonato solo le famiglie con i bimbi al seguito e qualcuno non attrezzato per l’uscita sul campo.

…alla Valle della Nava

Dopo aver percorso un tratto di prati e boschi è stato il momento di una prima sosta con un commento curato dagli amici del Gruppo della Valle della Nava (Marta e Alfio) che hanno illustrato le caratteristiche naturali di quest’area con particolare riferimento al lavoro ormai quinquennale di ricerca e censimento di Alfio sulla presenza di uccelli in Valle.

Attraversata la Nava con qualche difficoltà, per la presenza anomala di acqua dovuta alle precipitazioni dei giorni precedenti, ci siamo indirizzati verso il lato missagliese raggiungendo il laghetto e la Cascina Tegnoso.
Qui, il Sindaco di Missaglia, Bruno Crippa, ha illustrato gli intendimenti dell’Amministrazione missagliese per la tutela di quest’area, ipotizzandone l’inserimento nel Parco del Curone.
Particolarmente interessante anche l’obiettivo di far diventare il laghetto una sorta di oasi naturale.

Siamo poi ridiscesi nel fondovalle per risalirlo dalla parte opposta verso Cascina Quattro Valli dove il sottoscritto ha illustrato le attività dell’Associazione Sentieri e Cascine, in particolare la posa della segnaletica sentieristica (presente in tutta la Valle della Nava e nel resto del territorio casatese) ed il lavoro di ricerca sulla cultura e tradizione dei nuclei rurali attraverso le fonti orali.
Ha aiutato nell’esposizione anche un residente “doc” della corte Angelo Riva a cui va un doveroso ringraziamento. 

Siamo poi ritornati al Monastero con la convinzione ancor più rafforzata che questa è stata un’ottima occasione di collaborazione fra le Associazioni dei due Comuni a suggellare la comune volontà di tutelare questa parte di territorio.

Hanno collaborato per Casatenovo  il Gruppo Valle Nava e Sentieri e Cascine, per Missaglia, invece, il CAI di Missaglia e gli Amici del Monastero.

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Documenti

La locandina della manifestazione

Approfondimenti

Questa scheda è tratta dal sito “I luoghi del cuore“, del FAI.

La storia

Il Monastero di Santa Maria della Misericordia presenta nel corso della sua lunga vicenda storica alcuni punti fermi, qualche data incerta e non pochi momenti di black out.

La costruzione

La costruzione è del 1482 e la tradizione fa risalire al beato Michele da Carcano di Lomazzo, vicario dell’Osservanza milanese dei frati minori francescani, l’iniziativa della costruzione del convento, portato poi a termine da un altro beato, Francesco dei principi Trivulzio, il quale aveva ricevuto l’autorizzazione a fondare e a portare a compimento cinque monasteri, uno dei quali in “Monte Briantia” da papa Sisto IV con bolla dell’8 luglio 1482 e da papa Innocenzo VIII con bolla datata Roma 21 dicembre 1486.
La consacrazione 1498 Se incerti risultano l’anno d’inizio dei lavori di costruzione del convento e le tappe della sua edificazione, maggiore certezza esiste a proposito della consacrazione della chiesa, che avvenne il 14 gennaio 1498 ad opera di Guglielmo Corsico, anch’egli dell’ordine dei Frati Minori francescani.

San carlo Borromeo

Nel secolo successivo abbiamo l’autorevole testimonianza di San Carlo Borromeo, in visita pastorale nella pieve di Missaglia nel 1571.
Il cardinale fa esplicito riferimento al “monasterium misericordiae”, permettendoci anche di apprendere che in esso vivevano in quel momento dieci frati, mentre sappiamo che nel 1713 i religiosi risultano essere saliti a diciotto e nel 1757 al numero massimo di ventiquattro.

La chiusura

Il convento viene soppresso dalla Repubblica Cisalpina il 10 luglio 1798 e i frati subiscono un processo dai deputati di Missaglia, a nome dei circa 1900.
I cittadini erano soliti recarsi al convento per assistere alla messa, sia all’interno della chiesa sia, non di rado, a causa dell’eccessivo affollamento, sul sagrato, dove esisteva un pulpito esterno per la predicazione.

Il primo 900

Dopo la forzata chiusura di fine ‘700 il monastero, che alla metà del ‘900 era abitato da famiglie del luogo, è andato gradualmente impoverendosi e decadendo, soggetto all’impietosa azione delle intemperie, tanto che nel gennaio del 1985 l’eccezionale nevica che si abbatté sulla Lombardia quell’anno fece crollare un’ala del chiostro.

La distruzione del secondo chiostro

A tutto ciò si deve aggiungere il poco interesse dimostrato per la sua sorte dai vari proprietari privati, prima alcune ricche famiglie del posto e poi una società immobiliare, che negli anni ’70 ha costruito, adiacente all’ex convento, il “Residence Monastero”, abbattendo anche uno dei due grandi chiostri del complesso, fino a quando, nel 1983, ne è venuta in possesso l’Amministrazione Comunale di Missaglia.

Il chiostro

Il chiostro del monastero si presenta nella classica forma quadrangolare, con in mezzo ciò che resta di un pozzo-cisterna spogliato delle sovrastrutture in ferro battuto che un tempo lo ingentilivano e gli conferivano quella grazia che comunque conserva ancora anche agli occhi del visitatore di oggi.

La chiesa invece, costituita da un’ampia navata con il tetto a capriate e da tre cappelle sul lato sinistro (originariamente ce n’erano altre due interne più due esterne), con altare rialzato e senza cripta, forse un tempo esistente e poi eliminata, come scomparsi risultano il campanile dotato di tre campane e l’imponente gradinata dall’ingresso principale del tempio.

Gli affreschi

Per quanto riguarda gli affreschi della chiesa, essi sono in buona parte di Scuola Lombarda, alcuni attribuiti a Vincenzo Foppa (Brescia 1427/30-1515 circa) o allievi, altri a un altro grande della pittura, Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone (1573-Morazzone) o alla sua scuola, altri ancora, come testimonia il cronista francescano dell’epoca Giuseppe Bernardino Burocco di Monza, a Pietro Maggi, pittore settecentesco chiamato “Maestro della Misericordia”.

Nel 2005 la restauratrice Pinin Brambilla Barcilon ha portato alla luce nuovi affreschi settecenteschi. In particolare, nell’ex refettorio del convento, una splendida cena in casa del fariseo, con la peccatrice che lava i piedi a Gesù.

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